Competenze, crediti, benefit, apprendimento non formale, lavoro. Tutte parole che fino a poco tempo fa non evocavano nulla se non agli addetti ai lavori. Con la discussione sulla Riforma del Terzo Settore e del Servizio Civile che sta animando il dibattito nazionale sono invece diventate parole chiave quando si parla di giovani, volontariato e Servizio Civile.
Amesci, attraverso il progetto V.O.C.A.L. – Validation Of Competencies And non formal/informal Learning, intende indagare il rapporto che lega queste parole. In particolare il progetto co-finanziato dall’Agenzia Nazionale per i Giovani nell’ambito del Programma “Gioventù in Azione” (Azione 5.1), mira a raccogliere informazioni sull’incidenza della partecipazione ad un’esperienza di volontariato a livello nazionale e internazionale nella ricerca del primo impiego da parte dei giovani. L’obiettivo è quello di favorire il dialogo tra i giovani e le istituzioni al fine di definire nuovi strumenti che permettano il riconoscimento delle competenze acquisite in ambiti diversi da quelli dell’educazione formale.
Dopo la fase di consultazione che si conclude oggi, la parola passa quindi ai giovani.
Nei prossimi mesi, infatti, gli esperti del Dipartimento Europa Amesci organizzeranno dei workshop per stimolare il dibattito tra i giovani sul tema e raccogliere il loro punto di vista. Tutto questo lavoro confluirà nel Seminario finale in cui giovani, istituzioni, rappresentanti di associazioni, responsabili della società civile si confronteranno al fine di dare un contributo significativo al processo di individuazione degli strumenti per il riconoscimento delle competenze maturate durante lo svolgimento di un’esperienza di volontariato.
“Il processo che porta alla validazione e, successivamente, alla certificazione delle competenze acquisite da chi fa volontariato o servizio civile, passa attraverso la preventiva individuazione delle stesse” chiarisce Enrico Maria Borrelli, Presidente di Amesci“.
“Ad oggi sono ancora poche le indagini condotte in tal senso: è indispensabile avviare ricerche utili, anche per il legislatore, a definire il quadro di riferimento delle ‘competenze minime’ e ‘specifiche’ che si possono maturare nei contesti non formali” avverte Borrelli. “Il dibattito nazionale intorno alla Riforma del Terzo Settore ha spinto la nostra organizzazione, che si occupa da vent’anni di partecipazione e empowerment dei giovani e analizza costantemente il mondo del lavoro per sviluppare i percorsi più efficaci a valorizzare le competenze che i giovani acquisiscono nel vivere l’esperienza di Servizio Civile, a dar vita ad una rete più ampia di forze sociali sul tema” racconta il Presidente di Amesci.
“Oltre al progetto V.O.C.A.L. – anticipa Borrelli – è in via di definizione un accordo strategico tra Amesci e una delle più importanti multinazionali di lavoro temporaneo: l’obiettivo è quello di lanciare una sperimentazione al fine di indagare il grado di occupabilità determinato dagli apprendimenti avvenuti in contesti non formali e verificarne il valore aggiunto che possono portare ai giovani nella ricerca di un’occupazione.” Secondo il Presidente di Amesci è in atto una vera e propria rivoluzione culturale: “Il Terzo Settore si trova di fronte ad una straordinaria novità e al tempo stesso ad una sfida ambiziosa: trasformarsi da luogo di impegno e di partecipazione ad agenzia formativa”.